Bentornati Winelovers!
Vi siamo mancati! dite la verità… ma la verità assoluta sta nel fatto che siete mancati più Voi a Noi che il contrario, ci mancava raccontarvi le nostre avventure eno-gastronomiche, le nostre cene tra amici, le nostre chiacchiere sui piatti e su quale ingrediente dia il meglio. Alla fine è vero che una persona deve farlo più per se stesso che per gli altri. Proprio per questo motivo, ci siamo rimessi alla tastiera e ai fornelli (dipende dalle priorità) per tornare a rendervi partecipi della nostra grande grande passione… L’ABBINAMENTO!!!
Come ben sapete, ci piace “giocare” con il sottovuoto, ci piace sperimentare e soprattutto ci piace potervi proporre piatti che qualsiasi appassionato possa riproporre a casa sua!
Oggi useremo il filetto di maiale, una delle carni, o se vogliamo essere tecnici… una delle PROTEINE più versatili nel mondo della cucina.
Il maiale reperibile nella maggior parte delle macellerie ha una carne con poco gusto, a meno che non si abbia la fortuna di conoscere uno “spacciatore” di Carni, che abbiano una storia importante alle spalle, sia a livello territoriale che di alimentazione o di razza.
Spesso e sovente, più la parte principale del piatto è tendente al neutro più il piatto può diventate interessante. Così facendo si possono utilizzare le consistenze, gli ingredienti secondari e i contorni ma soprattutto puoi utilizzare le cotture e gli abbinamenti. Cosa che a Cantina Social riesce meglio in assoluto. Non c’è niente di più interessante al mondo che poter mettere in gioco le proprio conoscenze soprattutto le proprie passioni e applicarle a quello che hai sempre letto, quello che hai visto fare, quello che ti rende felice!!
Adriano e Alessandro si sono messi li di buona lena e si sono divertiti a prendere quello che più li affascina e che li fare stare bene e si sono uniti per creare qualcosa di gioioso, che faccia stare bene tutti quelli che vengono a mangiare nella grande cucina di CANTINA SOCIAL.
La scelta del piatto era molto semplice, tanto quanto la disponibilità nel nostro frigo, FILETTO DI MAIALE, PATATA VIOLA, CAVOLO, PORRO, GERMOGLI DI PORRO per farci i fighi e una bottiglia di Nero d’avola, NATURALMENTE BIO di CARUSO E MININI da accompagnare. A noi piace parecchio avere un filo conduttore nel piatto, spesso Adriano e Fiorio “discutono” sul fatto che un piatto debba essere finito o meno con il vino o se un vino debba aiutare il piatto a trovare quel bellissimo equilibrio.
Proprio per questo motivo, abbiamo deciso, come spesso accade, di utilizzare il vino anche nella parte della cucina, proprio per dare libero spazio ai prodotti di esprimersi al meglio.
Dopo quindi aver tirato fuori il nostro fidato ANOVA (circolatore d’acqua) abbiamo lavorato il filetto in una maniera molto semplice, proprio per dare spazio al tipo di cottura di poter esprimere al meglio quello che la carne aveva da offrire.
Una volta arrivati a 75 gradi dell’acqua, abbiamo preso il filetto, lo abbiamo cosparso di SALE FINO E ZUCCHERO in ugual misura e lo abbiamo lasciato riposare per 10 minuti. Dopo averlo lavato dalla soluzione bilanciata, lo abbiamo immerso per 20 minuti in mezza bottiglia di NATURALMENTE BIO insieme a olio, salvia e alloro, porro e un’idea di noce moscata. Una volta tolto dalla marinatura, lo abbiamo messo nel sacchetto per il sottovuoto e lo abbiamo cotto per 1 ora alla temperatura già raggiunta dal nostro Roner casalingo.
Non abbiamo mica buttato il vino, sia mai, vuoi perchè Adriano è ligure, vuoi perchè è sommelier, sicuramente l’ultima cosa che si butta in Cantina Social è il vino. Abbiamo preso quella che in “gergo” si chiama MARINATURA e l’abbiamo messa in una pentola dopo averla passata in un bel colino. L’abbiamo fatta appassire su un fuoco medio per 40 minuti, tempo che si riducesse e che impestasse tutta la casa, per la gioia della moglie di Adriano.
Nel frattempo, in tutto questo, abbiamo sbucciato le patate e messe a bollire insieme al cavolo viola, passati 40 minuti dalla messa in pentola, abbiamo preso le patate e il cavolo e lo abbiamo frullato insieme a del sale a dell’acqua di cottura e un filo d’olio. Quando la densità del composto ci è parsa bella liquida, l’abbiamo passata in un colino, in modo tale da non avere nessuno residuo o nessun grumo.
Passata l’ora di cottura del maiale, lo abbiamo tolto dalla vasca d’acqua e lo abbiamo lasciato riposare sotto un getto di acqua fredda per 10 minuti, in modo che i succhi si ritirassero e la carne prendesse una bella consistenza. Aperto il sacchetto, scaldata una pentola con dentro dell’olio o del burro al massimo del fuoco, abbiamo fatto andare il filetto di maiale fino ad ottenere una bella crosta croccante, altrimenti detta SEARING (se vuoi darti un tono con gli amici). Quella classica nota di amarognolo che si crea quando si passa una proteina su una fonte di calore.
Una volta scaldato, rosolato sui 4 lati, lo si lascia riposare per 10 minuti in modo che i succhi tornino ancora una volta all’interno del filetto e non si spargano nel piatto quando si va a porzionare.
Prendiamo un piatto piano, adagiamoci sotto della purea di patata viola e cavolo e al centro mettiamo quattro pezzi di filetto. Aggiungiamo la riduzione della marinatura fatta con il NATURALMENTE BIO, andando a coprire entrambe i pezzi di filetto e aggiungiamo i germogli di porro. Un po’ per darci un tono e un pochino per dare una nota pungente al piatto e di colore neutro ma molto efficace.
Prendiamo un bel bicchiere, meglio se uno dalla forma concentrica, il classico bicchiere da degustazione, per dar modo al vino di esprimersi al meglio ed estrapolare tutti i suoi profumi e sentori e di scaldarsi alla temperatura giusta e riempiamolo di NATURALMENTE BIO, uno nero d’avola SCHIETTO E SINCERO, come tutti quei vitigni autoctoni dalla bella struttura, dal potenziale evolutivo e soprattutto dalla freschezza che li contraddistingue. Il giusto connubio tra una bevuta tra amici un giovedì sera e una bella cena con la ragazza ( o il ragazzo) che ti piace e con cui esci la prima volta.
Questo vino, che effettua una fermentazione malolattica in acciaio inox. 50% in barrique da 225 lt per 2 mesi, il restante 50% in acciaio inox seguito da 2 mesi in bottiglia, è il vino ideale per un piatto del genere, un piatto dove non spicca nessun gusto in particolare, se non il gusto sincero del filetto di maiale generato dal tipo di cottura, una bella nota morbida e piacevole data dalla pure di patate viola e cavolo .
Davvero un tripudio di sapori nella sua meravigliosa semplicità, proprio quello che deve essere questo vino, proprio quello che deve essere questa cena. La riscoperta e la rivalutazione di gusti facili, semplici, genuini, aiutati dalla tecnologia, tanto in cantina quanto in cucina.
Quindi, non ci resta che consigliarvi caldamente, con tutto noi stessi, di provare un’esperienza del genere. Se non avete mai mangiato un filetto di maiale CBT o mai bevuto un NATURALMENTE BIO di CARUSO e MININI, questa crediamo proprio che sia la volta buona e che sia davvero facile poterlo fare.
Il primo ormai per fortuna ha raggiunto tanti ristoranti, stellati e non; il secondo perchè ha un E-COMMERCE interno a potete farvi recapitare, direttamente a casa vostra questo vino.
Poi chissà, un domani CANTINA SOCIAL organizzerà degli eventi live e voi potrete provare questi piatti direttamente. Chi vivrà vedrà!
Buona degustazione e buona cena!!!
Enjoy it!!!