Oggi incontriamo l’unico vitigno a bacca nera che può essere coltivato in Alsazia e prendere parte alla AOC: il Pinot Nero.

Sebbene in Alsazia abbia trovato una regione in cui si esprime in maniera eccelsa, il Pinot Nero è un vitigno che in origine proviene dalla Borgogna.
Tuttavia le prime tracce di allevamento in Alsazia risalgono già al Medioevo e oggi occupa quasi il 10% del vigneto alsaziano.
Viene impiegato soprattutto per produrre i Cremant d’Alsace blanc de noir o i rosé, ma si può trovare anche vinificato in purezza, sia in versione giovane che affinata.
Come tutti i Pinot, il Pinot Nero, mostra una foglia orbicolare e ogivale, con i bordi frastagliati. È infatti difficile distinguere le diverse tipologie di Pinot solo in base alla foglia, ma in questo caso i grappoli sono compatti e cilindrici mentre gli acini sono circolari e mostrano una colorazione tra il violetto e il blu-nero, soprattutto con la maturità.
Per svilupparsi al meglio questa vite richiede temperature miti, ragion per cui non è eccessivamente diffusa in Alsazia, e dà il meglio su terreni argillo-calcarei.

IL PROFILO ORGANOLETTICO
Alla vista il Pinot Nero, soprattutto quello Alsaziano, mostra un rosso non molto intenso e abbastanza trasparente che per certi versi ricorda il Nebbiolo nostrano. Tuttavia il colore muta con l’affinamento, arrivando fino a un granato quando questo si prolunga significativamente.
La nota più interessante di questo vino si trova però al naso. L’aroma più distintivo è la ciliegia che si alterna alla mora e al ribes nero, lasciando un leggero fondo che ricorda la fragola. Quando fa legno piccolo tendono a prevalere le note più dolci, come la vaniglia.
Una volta in bocca il Pinot mostra un tannino morbido e delicato, pur mantenendo una struttura estremamente elegante. Raramente l’acidità prevale, ma piuttosto accompagna tutta la bevuta.
Si tratta di un vino estremamente beverino, soprattutto giovane, e piacevole che si può apprezzare anche a qualche grado sotto l’ottimale temperatura di servizio.
Per quanto riguarda l’abbinamento si presta ad accompagnare le carni, anche la selvaggina come il capriolo, la cui nota dolciastra finale si sposa bene con la struttura leggera del vino, o più semplicemente salumi o ragù di carne.

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