Abbiamo incontrato e imparato a conoscere quasi tutti i vitigni più rilevanti, ma ne manca ancora uno: l’Auxerrois.
Si tratta di un vitigno a bacca bianca, di medio vigore, caratterizzato da acini piccoli e grappoli compatti. Non gradisce particolarmente le potature corte, ragion per cui viene spesso potato lungo.
Si adatta estremamente bene ai luoghi in cui si alternano estati calde e inverni molto freddi, soprattutto su terreni molto calcarei, la cui ricchezza favorisce la perfetta maturazione. È possibile trovare questo vitigno in Alsazia, in Germania e in Lussemburgo.
La sua origine è dubbia, sembra provenire dalla Lorena e pare che appartenga alla categoria dei “Noiren”, vitigni nati dall’incrocio spontaneo fra Pinot e Gouais Blanc, di cui fanno parte anche l’Aligotè e lo Chardonnay.
Proprio le numerose qualità comuni allo Chardonnay ha fatto sì che spesso il nome Auxerrois fosse usato come sinonimo, soprattutto nella zona della Mosella Francese.
Per differenziarli al meglio il nome ufficiale è diventato Auxerrois Blanc de Laquenexy, per la località dove è situato l’istituto viticolo che l’ha studiato.

L’Auxerrois, seppur poco noto è abbastanza coltivato, soprattutto in Francia, dove si trovano circa duemila ettari vitati fra Alsazia e Cotes de Toul, dove concorrono a comporre rispettivamente il Cremant d’Alsace e la AOC.
In Germania e in Lussemburgo si trovano circa duecento ettari, principalmente nelle zone di Baden e del Palatinato.
Da qualche anno è possibile trovare qualche vitigno di Auxerrois anche oltreoceano. Sono 5 le cantine note per coltivarlo in Oregon (Bjornson Vineyard, Zenith Vineyard, Russell-Grooters Vineyard, Sunnyside Vineyard e Havlin Vineyard).
Il primo a introdurre l’Auxerrois in America è stato il pioneristico amante dei Pinot, David Adelsheim (proprietario di Adelsheim Vineyard), negli anni Novanta. Da allora però ha sostituito tutte le vigne che aveva e il suo Auxerrois è stato usato per propagare il vitigno in Michigan.

IL PROFILO GUSTATIVO

L’Auxerrois è un vino che ben si presta ad essere coltivato su terreni molto calcarei, il che cede una lieve mineralità e mostra inoltre una spiccata acidità, ragion per cui viene solitamente impiegato per la spumantizzazione.
Il colore solitamente si mostra giallo paglierino scarico.
Al naso le note più distintive sono gli agrumi, molto riconoscibili risultano il lime, il limone e il mandarino, a volte, con un fondo che ricorda la mela verde.
Al gusto si tratta di un vino dal basso tenore alcolico, l’acidità è molto marcata, ma quando si trova vinificato da solo ha una tendenza dolce.
Non è un vino impegnativo e la persistenza è scarsa, per questo si presta bene come vino da antipasto e si accompagna piacevolmente a piatti di pesce, secondo me si può anche osare con un crudo come il sushi o il ceviche.

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