Oggi vi portiamo con noi alla scoperta di Disìo!
Non sapete di cosa stiamo parlando?? Se vi dicessimo Trentodoc?
Esatto, Disìo è la bollicina di montagna che abbiamo avuto il piacere di assaggiare questa settimana ma soprattutto è il vino con cui la famiglia Spagnolli realizza l’aspirazione di tre generazioni, in particolare quella del giovane Alvise che ha scelto di avvicinarsi alla terra di famiglia ed a suo padre, il Professore Francesco Spagnolli, Preside per quasi vent’anni dell’Istituto Agrario di San Michele all’Adige. Questa casa spumantistica è situata a Covelo di Cimone, poco lontano da Trento, sul versante sud-orientale del Monte Bondone ed è circondata da vigne che risalgono al 1978, un anfiteatro naturale a 600 metri di altitudine.
Si tratta di un 100% Pinot nero, raccolto rigorosamente a mano e vinificato separatamente per ogni appezzamento secondo la fisiologica maturazione dell’annata. L’uva intera giunta in cantina viene pressata gradualmente, frazionando i mosti e separando il fiore dalle seconde pressate, per ognuno dei crus aziendali. La vinificazione avviene sia in acciaio, sia in barriques di rovere francese in base all’esigenza dell’annata. Ed è qui che il progetto Spagnolli si concretizza: ogni appezzamento vitato può essere trattato in maniera singola proprio per interpretare al meglio l’annata. Segue una sosta prolungata sui lieviti esausti per 8 mesi, durante la quale si effettuano dei ricorrenti bâtonnage. La quota parte di vino in affinamento in legno svolge anche la fermentazione malolattica coinvolgendo solitamente il 30% delle cuvée.
A primavera inoltrata si esegue l’assemblaggio delle varie parcelle con il preciso intento di valorizzare la peculiare identità di ognuno degli sgrebeni calcarei. Dopo una lenta presa di spuma segue una sosta sui lieviti di oltre 40 mesi, per poi procedere ad un leggero dosaggio di zucchero di 3.5g/l e ad un ulteriore riposo in cantina secondo necessità. La liqueur d’expédition viene realizzata utilizzando i vini di riserva della cantina, che ogni anno vengono conservati secondo il sistema del ‘perpetuo’ conferendo a questo Trentodoc il timbro personale ed inconfondibile del terroir da cui ha avuto origine.
Insomma, questa volta ci è piaciuto essere più tecnici per raccontarvi quando lavoro si cela dietro una bottiglia di Trentodoc; e voi, avete una vostra referenza preferita?
http://www.spagnollispumanti.it

Non perderti il prossimo appuntamento con le bollicine del Trentodoc.
Ogni domenica una nuova etichetta da scopire insieme!
E’ uscita l’applicazione Gratuita del Trentodoc per rimanere sempre aggiornati e scoprire ancora di più di questo meraviglioso territorio.
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