Il prestigioso premio di Viticoltore dell’anno Gambero Rosso per la prima volta viene assegnato a Gianni Doglia!
Ci sono alcuni momenti nella vita di una cantina che sono destinati a lasciare una traccia, sappiamo quanto questo premio sia importante per Gianni e Paola e come lo sforzo in vigna ed in cantina abbia finalmente avuto un riconoscimento consono alla qualità del lavoro impiegato. Premio Speciale: VITICOLTORE dell’ANNO: “per chi come me fin dalla giovane età ha respirato la terra e conosciuto la vigna in tutte le sue stagioni, vincere questo specifico premio costituisce il massimo tributo auspicabile.“
I premi ricevuti quest’anno non si fermano qui, per la prima volta hanno ricevuto il Tre Bicchieri alla Barbera Bosco Donne 2020: “una prima volta assoluta per Bosco Donne, la Barbera d’Asti che in casa Doglia ha aperto per prima la strada per costruire una nuova traiettoria nel campo dei vini rossi del territorio e ancora oggi ne rappresenta l’etichetta più diffusa a livello nazionale ed internazionale.“
Scoprite di più https://www.instagram.com/gianni_doglia_wines/

Gianni Doglia, figlio di Marisa e Bruno, dopo il ciclo di studi specialistici ed alcune significative esperienze professionali, inizia con l’anno 2000 ad occuparsi direttamente del prosieguo del percorso della storia enologica di casa Doglia.
Nel 2001 Gianni vinifica per la prima volta il Moscato d’Asti dai vigneti di proprietà di famiglia ed inizia a scrivere le nuove pagine del libro aziendale di famiglia.
Da allora ogni annata, ogni vendemmia, ogni bottiglia che esce dalla cantina è per Gianni una scoperta, un’emozione e una straordinaria occasione di apprendimento e crescita.
Il lavoro del vignaiolo lo si riscontra poi nel bicchiere; non resta quindi che metterci alla prova versando i nostri vini in un calice capiente, sorseggiando con piacere il frutto delle nostre fatiche ma soprattutto della nostra passione.
Quello di Gianni Doglia è un destino segnato, prima o poi sarebbe dovuto diventare Viticoltore dell’Anno, lui che – oggi cinquantenne – in mezzo ai vigneti di famiglia ci è nato e ci gioca dalla più tenera età. I genitori Bruno e Marisa coltivano circa sei ettari di vigne e vendono ai commercianti della zona le proprie uve e ai clienti storici, spesso cittadini, il vino giovane in damigiana. In questa piccola realtà familiare Gianni è cresciuto con la passione per la vite che lo ha prima portato a intraprendere studi universitari in viticoltura ed enologia e poi a diventare vignaiolo a tempo pieno.
Gli esordi
A metà degli anni ’90, Gianni inizia a fare un po’ di consulenza ai viticoltori locali e, in contemporanea, a vinificare nella cantina di famiglia. Dal 1999 – tornato definitivamente a casa – si occupa a tempo pieno, con la totale fiducia del padre, delle vigne e della cantina. Sotto la sua spinta, con l’aiuto della sorella Paola, tornata anche lei a lavorare in azienda, gli ettari vitati raggiungono 17 ettari.
La passione per la Barbera di Gianni Doglia
Gianni si concentra prima sul Moscato d’Asti vino principe della zona e molto difficile da gestire. Divenuto “il primo della classe” sul Moscato, Gianni torna a dedicarsi al suo primo amore, ovvero ai rossi di casa, Barbera in primis. Nel 1998 nasce la Barbera d’Asti Boscodonne, che da subito si delinea come la Barbera d’annata aziendale, imbottigliata giovane e senza alcun affinamento in legno. “Ho dato alla mia prima Barbera semplicemente il nome della zona nella quale cresce la vigna” racconta “La località si chiama così perché all’inizio della prima guerra mondiale tre donne che avevano i rispettivi mariti al fronte sono andate ad abitare insieme in una vecchia cascina per darsi coraggio”. Si tratta di una vigna di poco più di un ettaro e mezzo e di circa 40 anni di età, dalla quale si ottengono circa 9mila bottiglie l’anno. Oggi a questa prima Barbera si sono affiancate altre Barbere più importanti, compresa una Nizza da una vigna in affitto a Nizza Monferrato, e altri vini rossi, ma Gianni rimane molto legato alla Boscodonne perché la messa a punto di questo vino è stato frutto di un grande lavoro in vigna: “Le uve barbera ottenute da rese alte producono vini beverini, ma magri e acidi e io non volevo questo. Se decidi abbassare le rese, il vino che ne deriva possiede invece una tale concentrazione che, per ingentilirlo, un passaggio in legno è d’obbligo, ma di nuovo non era la mia idea di Barbera giovane. Dopo varie prove, prima di tutto sulla vigna più adatta e successivamente sulle rese e sul modo di condurla e sulla vinificazione (con tempi di macerazione e temperature di fermentazione) è nata la Barbera Boscodonne del mio cuore”. Quella che conquista i Tre Bicchieri
Fonte Articolo: (Gambero Rosso)
