Nell’ultimo anno e mezzo ho frequentato spesso la Romagna per questioni lavorative. Sebbene il lavoro sia lavoro sempre e comunque (all’hashtag #ilovemyjob non ci crede più nessuno), ci sono dei luoghi che frequenti nella vita da cui inevitabilmente ti porti via qualcosa, e, senza accorgertene, a tua volta lasci qualcosa… e così, visita dopo visita, realizzi che una parte di te è lì e tornare non è poi così male…
Il piatto che vi racconto oggi è dell’Osteria Casa di Mare, Forlì, ed è forse il loro piatto più
“povero” (ma non lasciatevi ingannare) lo abbinerò, immancabilmente, a un vino romagnolo!
Spaghettoni burro e acciughe di Marcello Leoni un piatto che nella sua semplicità e onestà racchiude l’essenza di questo locale, profuma infatti di casa e di mare (in Italia: spaghetti=casa, pasta di acciughe=beh questa non ve la devo spiegare). Casa di Mare è un ristorante che definire gradevole è proprio riduttivo, l’ambiente è
essenziale e originale, specialmente d’estate, e la permanenza è sempre un piacere. Si mangia e si beve bene, ma, quello di cui sono più felice, è che spesso e volentieri, prima che tu vada via, ti lascia, metaforicamente parlando, sempre qualcosa. (vedi incipit capitolo)
In breve brevissimo: Lo spaghetto viene servito ancora tenace (o meglio AL DENTE), la pasta inumidita dal burro, sciolto e amalgamato alla pasta di acciughe finissima, viene mantecata con acqua di cottura e Parmigiano Reggiano di media stagionatura.
Per rendere il tutto ancora più sfizioso e mai banale lo chef ci grattugia un po’ di scorza di limone prima di servirlo, profumandolo e conferendogli una freschezza inaspettata.
Il vino: Strati 2016 Romagna Pagadebit DOP, Enio Ottaviani
Da uva tradizionale e generosa, pagava infatti i debiti grazie alla sua considerevole produttività, al naso è facile individuare un alternarsi di parte floreale e fruttata, entrambe però non invadenti e impreziosite da un richiamo alle erbe aromatiche. In bocca, e questo me lo aspettavo, è salato (siamo dove un tempo c’era il mare); ho fatto una prova, ho in casa un barattolino di sale alle erbe aromatiche, l’ho annusato e assaggiato e ve lo garantisco, parola di lady winekiller, quel barattolo riassume perfettamente questo vino… Non delude neanche dopo il sorso, la persistenza è notevole.
Dulcis in fundo chiuso da tappo a vite è proprio una figata!
L’ho apprezzato dalla prima volta che l’ho bevuto, non sapevo nemmeno cosa stavo bevendo ma mi piaceva e al diavolo le formalità. Strati è un everyday consume wine, Enio Ottaviani è un’azienda famigliare che produce tanto e produce bene, che con i suoi vini gira il mondo e dell’ospitalità ne ha fatto una ragione di vita.
L’abbinamento è ovviamente riuscito, che ve lo dico a fare… piatto e vino ancora una volta si assomigliano, entrambi profumati e salati – dai sapori semplici e tradizionali – entrambi senza fronzoli né tabù.
NOTE E CURIOSITÀ:
_il Pagadebit è geneticamente identico al Bombino bianco – ergo sono la stessa cosa con nomi diversi
_cose da fare in Romagna (ormai qualcosa l’ho imparato): se sei a Forlì andare a mangiare a Casa di Mare e provare i nuovi piatti… ho sentito vociferare di una rivisitazione del cocktail di gamberi, fatemi sapere com’è!
_se sei a Cattolica: Enoteca Oivos sarà la tua destinazione primaria, ma non prima di aver visitato la Macelleria Stringati e fatto incetta di delizie da portare a casa (ovunque essa sia)
_se sei a Rimini: una visita all’azienda Enio Ottaviani la devi fare… visita la cantina, i filari, degusta i vini, parla con le persone… e poi abbi il coraggio di dirmi che non hai cominciato anche tu a lasciare un pezzettino di te in Romagna…
Bella cantina, lavorano molto bene. Mi sento di consigliarti Podere Vecciano, la prossima volta che passi da queste parti. Prova il famoso, vitigno aromatico riscoperto da poco a Mercato Saraceno (dove tra l’altro c’è Tenuta Santa Lucia, altra cantina decisamente meritevole) e che sta dando davvero delle soddisfazioni a parecchi viticoltori della zona.
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