#sissibaratella #winestories_

CHAPTER 8:“Vino da dessert a chi???” La rivincita del Moscato a tutto pasto…

È facile farsi incantare da un vino dolce, con quelle note potenti, dall’ aromaticità spinta… ma, diciamocelo, come tutte le cose belle il lasso di tempo che interessano è sempre troppo breve, la fine del pasto appunto… e il più delle volte invece del dolce a me lasciano una sensazione di “amaro in bocca”; si amaro, perché penso che sia davvero un peccato relegare questi vini in fondo ad un convivio.                                           So che questo pensiero è diffuso… e so anche che in molti, me compresa, ultimamente si sono lasciati conquistare da uno dei vini dolci per eccellenza che ora è sempre più
proposto nella sua versione secca, il Moscato d’Asti!

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IN PRATICA:
Cosa significa in poche parole proporre un moscato secco? Il tutto può essere tradotto nella possibilità di abbinarlo all’intero pasto, e scusate se è poco.
Già mi vedo fiumi di giovani donne felici, loro che il Moscato lo bevevano anche all’aperitivo (si ve lo giuro l’ho visto coi miei occhi… potrei anche fare dei nomi), loro che finalmente avevano trovato un vino che incontrava il loro gusto, ma venivano additate e canzonate perché fuori luogo nella loro scelta… ecco, Donne, è il vostro momento, la vostra rivincita, ordinate pure tutto il Moscato che volete, è un vostro diritto e, ne sono certa, poi piacerà davvero a tutti.
Animata da questo spirito di condivisione oggi vi racconto un vino di cui ho recentemente e piacevolmente svuotato una bottiglia senza rendermene conto… si chiama Evien e lo produce Ressia.                                                                                        Facciamo un’ulteriore passo indietro, l’ho definito, e spero abbiate colto l’ironia, un vino
da giovani donne… cosa che probabilmente l’immaginazione di qualcuno avrà tradotto in “senza troppe pretese”… beh non lo è affatto, il titolo alcolometrico è di 14%, il profumo e l’aroma non lasciano indifferenti, per non parlare di acidità e durata… complessivamente una bomba! Il risultato finale non è certo lasciato al caso, c’è la mano dell’enologo che è fondamentale… con dei profumi così netti e intensi a partire già dall’uva, con un’alcolicità potenziale così promettente, infatti, è necessario giocare d’astuzia e criomacerare le uve in fase prefermentativa.
Quest’operazione, ovvero il contatto tra le bucce (solido) e il mosto (liquido) contribuisce ad arricchire in termini di complessità e struttura il mosto stesso che poco dopo affronterà una lunga e lenta vinificazione in bianco (senza bucce per intenderci).    A cosa abbinarlo? Io l’ho gustato, e mi è piaciuto, con Terrina di foie gras con pan brioche al cacao, mandorle tostate e marmellata d’uva; il piatto è di Alessandro Cogliati e lo potete trovare al 4cento a Milano.
L’abbinamento ha funzionato perché il piatto (ricco in gusto, salato e dall’aroma lunghissimo…) e il vino (dai profumi dolci, di carattere in bocca, dal buon equilibrio e dalla persistenza medio lunga) si assomigliavano un sacco… io faccio parte del partito che sostiene che chi si assomiglia, si piglia!

 

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NOTE E CURIOSITÀ:
_Il Moscato secco è SEMPRE, e per forza, più alcolico della versione dolce, se prima lo bevevate con disinvoltura ora dovete farci più attenzione…
_Volevo dedicare questo capitolo alla mia bella cuginetta Francesca, mi è stata di ispirazione (è una di quelle che bevono Moscato)
_Moscato a parte, di Ressia dovete provare assolutamente anche il Barbaresco! #canova
_Trovo che Evien sia un nome bellissimo per un vino.. da non confondere con l’acqua che ha una “a” al posto della “e”.

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