Il periodo delle feste natalizie è sicuramente il mio preferito; è innegabile, anche per il più scettico degli scettici, che si respiri un’aria diversa e che il clima cambi influendo sul nostro stato d’animo.
Ma diciamocelo… quelle settimane sono anche e soprattutto un periodo in cui a tavola tutto è concesso e il vino non manca mai.
Non potevo, per il giorno di Natale, non celebrare un vino dolce simbolo delle feste e in particolar modo di una regione d’Italia, la Toscana, talvolta ingiustamente sottovalutato o un po’ dimenticato, ma sempre e comunque un pezzo di tradizione… il Vin Santo.
In Italia si cresce col mito del Vin Santo, uno di quei vini che inizi ad assaggiare fin da piccolo perché è dolce ed è davvero facile farselo piacere, e così diventa lo sgarro alla regola e appena un sorso, appena un goccino a bagnare le labbra, in occasione di festa, se lo aggiudicava anche chi in casa non aveva ancora l’età per bere. Ma è crescendo che viene il bello… quando, da grande, si impara ad apprezzarne l’intensità e le sfumature.
Piacevolmente intenso e davvero non a corto di sfumature è quello di un’azienda che di tradizione ne sa qualcosa, Poliziano.
Situata a Montepulciano, omaggio nel nome al poeta Poliziano originario della stessa zona, coltiva principalmente uve a bacca rossa di cui ne ha fatto uno stile di vita.
Vin Santo di Montepulciano DOC 2008 Poliziano con erborinato e cotognata
Da abbinare a piatti intensi, non necessariamente dolci, è stato davvero di mio gradimento come me l’hanno proposto in azienda in accompagnamento a del formaggio erborinato e della cotognata.
Io amo gli erborinati, così “gradevolmente puzzolenti”, lunghi e infiniti… amo la
cotognata, che, diciamocelo, non è cosa per tutti, ma il suo altalenare tra dolce e acido mi
intriga… le premesse c’erano tutte, si è così aggiunto a completare un quadro quasi perfetto tra intensità, lunghezza, freschezza e sapidità il Vin Santo di Montepulciano con le sue note di frutta secca, fico – dattero, mallo di noce e accenni al miele non senza riferimento alla doverosa e tradizionale sosta in botticelle di legno; dal profumo intrigante, come la cotognata, dal sapore intenso e lungo, come il formaggio, questo vino è tutto da scoprire. Se l’abbinamento con il formaggio non fosse di vostro gradimento, o se, al contrario, vi fosse piaciuto troppo e l’abbiate finito in fretta non resta che versarsi un altro calice di vino e provarlo con della pasticceria secca, a base di mandorle magari, arricchita da cioccolato fondente, non ve ne pentirete.
NOTE E CURIOSITÀ:
_La resa in vino fa paura… servono 2 kg di uva per ottenere 0,375L di questo vino… only the brave! (fonte carlettipoliziano.com)
_Chiamarlo semplicemente vino non avrebbe davvero senso, la parola Santo se l’è meritata, c’è qualcosa di inspiegabile in lui in cui bisogna solo credere.
_Si può bere anche se non è Natale, che figata!
_L’azienda Poliziano è sopratutto Vino Nobile… location da visitare, possibilmente perdendo con il bagagliaio vuoto, accoglienza@carlettipoliziano.com
Non mi resta che alzare il calice e augurare buon Natale e buone feste e tutti!